Mercoledì 4 dicembre 2024

CONCERTO

in onore di Santa Barbara nella sua festa

Cappella Musicale di S. Barbara
organo e concertazione
Umberto FORNI

Psalmi ad vesperas in divæ Barbaræ solemnitate

Nel 1590, quando il giovane Claudio Monteverdi arriva a Mantova come suonatore di viola presso la corte dei Gonzaga, Gian Giacomo Gastoldi è già un musicista affermato: ha pubblicato madrigali, salmi, la raccolta Sacre lodi a diversi santi. In Santa Barbara aiuta e a volte sostituisce il malaticcio Giaches de Wert alla guida della Cappella Musicale, della quale diventerà definitivamente maestro nel 1597. Wert è stato suo insegnante, ma Gian Giacomo respira i tempi in mutazione: la sua scrittura è più ariosa, elegante nei temi, anche quando utilizza il doppio coro. Monteverdi vive l’ambiente di corte che, sul finire del secolo XVI, si fa sempre più vivace: intermedi musicali tra gli atti delle commedie, interesse sempre più intenso verso la monodia che porterà alla nascita del melodramma, strumenti che regalano timbri nuovi al repertorio sacro e profano. E la sua arte cresce, si raffina, si apre alle novità, si pone in ascolto degli ottimi musicisti che il duca Vincenzo tiene presso di sé: i cantanti della famiglia Pellizzari, l’organista Francesco Rovigo, il violinista Salomone Rossi, altri musici come Isacchino della Profeta, o Giulio Cesare Perla, per citarne solo alcuni. E conosce ottimi compositori, come Benedetto Pallavicino e naturalmente Wert e Gastoldi.
Il concerto di stasera propone di cogliere un momento straordinario della vicenda culturale mantovana nel tardo Rinascimento: tante eccellenze, tanta passione, tante qualità, che si elevano nel genio di Monteverdi e si nutrono con uno dei suoi “compagni di viaggio”: quel Gian Giacomo che muore nel 1609, pochi anni prima che Claudio abbandoni Mantova, nel 1612.

Gian Giacomo Gastoldi
(1553/54-1609)

Aprono il programma due brani a 8 voci di Gastoldi. Il primo è il mottetto Misericors et miserator Dominus, significativo riguardo al testo: è beata la vergine che confida nella misericordia di Dio e per questo non ha nulla da temere, neppure la morte. Le parole risultano un chiaro omaggio a santa Barbara nel giorno della sua festa. Come il salmo che segue - Dixit Dominus - propone una solida struttura contrappuntistica, con l’abilità di far scorrere le parti con eleganza ed espressività chiara e luminosa.
Spesso i due cori a 4 voci si alternano in una sorta di proposta e risposta, con sezioni omoritmiche.
1
Misericors et miserator Dominus, 8 voci
2
Dixit Dominus, 8 voci

Claudio Monteverdi

(1567-1643)

Segue poi un salmo di Monteverdi – Laudate pueri – in cui, invece, l’interesse si sposta su 5 voci, che quasi sempre intervengono a due o tre per versetto, con spunti vocali anche di agilità, in dialogo con due violini, che arricchiscono la tavolozza timbrica.
Il successivo Lauda Jerusalem presenta caratteristiche simili, pur utilizzando solo 3 voci e il basso continuo.
3
Laudate Pueri, 5 voci con violini

Tarquinio Merula

(1595-1665)

§
Capriccio cromatico, organo

C. Monteverdi

4
Lauda Jerusalem, 3 voci

Biagio Marini

(1594-1663)

In questo percorso si inseriscono due brani di Biagio Marini, un compositore bresciano importante per la musica strumentale: questa si sviluppa all’inizio del XVII secolo con forme autonome. Marini lavora per tre anni (1615-1618) come violinista nella basilica di San Marco a Venezia, sotto la direzione di Monteverdi, che lo richiede per le sue abilità virtuosistiche. La Sonata IX presenta un dialogo tra i due strumenti “di intonazione grave” scelti – viola bassa e dulciana - con motivi in imitazione.
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Sonata IX, a due bassi

G. G. Gastoldi

Ma Gastoldi non può rimanere indifferente a ciò che sta cambiando e ne è un chiaro esempio Laudate Dominum, a due voci, il cui gioco di intrecci, con note veloci e ritmi puntati di matrice veneziana, si snoda con la linearità che contraddistingue il compositore.
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Laudate Dominum in sanctis eius, canto e basso

C. Monteverdi

Più articolato si configura il Laudate Dominum omnes gentes di Monteverdi in cui la cosiddetta “concertazione” (cioè il comporre in modo armonico un gruppo di voci e strumenti) prevede 5 voci dal carattere virtuosistico, un coro a 4 più compatto che dà corpo e volume in alcuni punti significativi (come sulle parole «misericordia eius»), due violini e la possibilità di aggiungere, oltre all’organo, viole di varie taglie e altri strumenti. La composizione di questo brano appartiene ormai al secolo XVII, in cui tali ensemble diventano vari e diversificati, e gli strumenti ad arco acquistano sempre più un ruolo di rilievo. Anche il Confitebor che segue, a 3 voci, si struttura in modo simile.
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Laudate Dominum omnes gentes, 5 voci, coro a 4 con violini
8
Confitebor tibi Domine, 3 voci con violini

B. Marini

Nel percorso ora ancora Biagio Marini con la Sonata IV per sonar con due corde. Essa può essere considerata una delle prime scritte specificatamente per il violino, usando la tecnica che permette di eseguire due suoni contemporaneamente, a quel tempo non ancora di uso comune. Per mostrare le possibilità offerte dal violino si utilizzano rapide scalette virtuosistiche, tremoli, trilli e un’alternanza di momenti più lenti ed espressivi e di presto vivaci ed energici.
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Sonata IV per il violino per sonar con due corde

Il piacere di approfondire lo stile dei due compositori viene arricchito dall’accostamento di uno stesso salmo, Nisi Dominus: la prima versione è quella ad 8 voci di Gastoldi, dai tratti riconoscibili e con dettagli di tradizione: oltre all’intonazione iniziale “gregoriana”, le parole «beatus vir qui implevit desiderium» sono declamate dalle voci sulle note di uno stesso accordo. La seconda è di Monteverdi, a 3 voci con violini: anche qui ritroviamo il virtuosismo dei soli, il dialogo tra voci e strumenti.

G. G. Gastoldi

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Nisi Dominus, 8 voci

C. Monteverdi

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Nisi Dominus, 3 voci con violini

G. G. Gastoldi

Dato che idealmente si presenta un vespro, alla fine dei salmi troviamo il Magnificat, affidato al doppio coro arioso e scorrevole di Gastoldi, che propone un effetto in eco, dando al secondo coro la ripetizione di parole significative sia alla fine che all’interno dei versetti.
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Magnificat, 8 voci

testi: Licia Mari

Cappella Musicale di S. Barbara

I coro

Maria Giuditta Guglielmi canto
Emanuele Bianchi alto
Enrico Imbalzano tenore
Davide Benetti basso
Alessandro Gonfiantini tiorba
Umberto Forni organo e concertazione

II coro

Cecilia Rizzetto* canto
Anna Simboli canto
Alessio Tosi tenore
Vincenzo di Donato tenore
Alberto Spadarotto basso
Davide Monti violino
Marisa Pasquali violino
Mario Filippini viola bassa
Elena Bianchi dulciana
Maria Christina Cleary arpa
*Cecilia Rizzetto è stata sostituita all'ultimo momento per indisposizione da Maria Giuditta Guglielmi

Indirizzo

Piazza Santa Barbara, 4
I - 46100 - Mantova 
ITALY 

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